La nostra intervista a Finn Peaks e Marylin Nova White

1 Giugno 2022

- Letting go è un film molto intimo e personale. Puoi dirci di cosa parla il film e in che modo hai deciso di dargli questa forma?

Finn: LETTING GO è in parte un documentario, in parte un rituale kinky e in parte sesso queer spinto. Marilyn ed io facciamo un ultimo spettacolo prima della mia operazione al top per dire addio alle mie tette. Hanno giocato un ruolo importante nella mia carriera di interprete genderqueer nei film e sul palco, quindi è anche un addio a quel personaggio, in un certo senso.

Marilyn: È un'istantanea di un'opportunità unica - subire un cambiamento che non può essere annullato. Volevamo catturare questo momento speciale della vita per noi stessi e per altre persone che potrebbero trovarsi nella stessa situazione. E per tutti quelli che si divertono a vederci giocare e scopare 😉

- Com'è stato lavorare con il vostro/la vostra partner?

Finn: Marilyn ed io abbiamo passato molto tempo insieme durante i primi lockdown per la Covid-19, avvicinandoci sempre di più e tuffandoci anche nel bondage, quindi questo è venuto naturale. Ho chiesto a ləi esibirsi nel film perché mi fidavo della nostra speciale connessione. È stato super divertente, dal brainstorming alle riprese e alla post-produzione.

- Per Marilyn era la prima volta in un porno, come è stata questa prima esperienza?

Marilyn: Sento che non poteva esserci un momento migliore per farlo, con una persona a cui sono già vicina e di cui mi fido. Finn ha esperienza in quel campo e mi ha sostenutə fin dall'inizio. Mi ha anche reso nervosə - apparire improvvisamente sullo schermo in un film porno con una persona che è già conosciuta come performer.

Per il resto, mi ha fatto piacere che fossimo solo quattro persone sul set (a causa del regolamento della Covid-19). Questo ha reso l'intero film molto più intimo - già dalle riprese. Ho sentito che era una situazione molto esclusiva per la mia prima apparizione nel porno, cosa di cui sono molto gratə.

- Per Finn, come è stato raccontare qualcosa di così personale attraverso il tuo lavoro?

Finn: Volevo catturare l'ambiguità di tutto questo processo, i dubbi, i bei ricordi e la paura del rimpianto. Decidere di sottopormi finalmente all'operazione al seno è stata senza dubbio la decisione più difficile di tutta la mia vita. Sono felice che sia alle mie spalle ora e di avere questo ricordo speciale.

È sempre bello poter dirigere e raccontare la propria storia piuttosto che essere inseriti nel copione di qualcun altrə. Ci sono molti modi per raccontare una storia, ma creare porno è il mio modo di esprimermi, mostrando al mondo il mio io creativo ed esibizionista.

Ho lavorato in molti ambienti diversi e avere le tette (identificandomi come transmaschile / genderqueer) ha reso alcune cose più facili e altre più difficili nell'industria del porno. Ma non mi sono mai sentitə come se dovessi nascondere qualcosa a qualcuno, ero sicurə del mio corpo nonostante volessi cambiarlo un giorno.

- Il film tratta della mastectomia, un tema importante per le persone trans masc o non binarie, che spesso non viene raccontato con la complessità che questo film abbraccia. Secondo te è ancora un argomento tabù? In che modo?

Marilyn: Ci sono già alcuni film su questo argomento, ma sicuramente ce ne dovrebbero essere altri. È ancora una nicchia. Ma poiché fare una mastectomia è un processo molto personale, le persone lo affrontano in modi diversi. Non tutti vogliono farci un film. Abbiamo ricevuto molti feedback di persone che si sono riviste e sentite comprese in LETTING GO. Si relazionano al film perché o vogliono loro stessi sottoporsi alla mastectomia o sono un partner stretto che assiste al cambiamento e deve elaborarlo.

Finn: Non lo chiamerei esattamente un tabù, ma è sicuramente una storia meno raccontata. Molte persone sono riluttanti a sottoporsi alla chirurgia di affermazione del genere, ma solo poche ne parlano apertamente. Ha senso perché certe assicurazioni sanitarie non coprono l'intervento, se non ci si presenta sempre con il 110% di certezza al proprio chirurgo o terapeuta.

Ma ci sono così tante sfumature di genere! E sì, è possibile essere ancora attaccati a parti del corpo che causano anche disforia. In alcuni giorni, la spinta a cambiare è totale, in altri ti senti bene nel tuo corpo e non è il tuo pensiero fisso.

Concedersi il tempo necessario finché non si è davvero pronti per un grande cambiamento come questo è super importante. Credo che, in un mondo in cui le cose appaiono spesso in bianco e nero o semplificate (pensa alle foto felici del prima e dopo sui social media senza molto contesto), raccontare una storia di complessità sia abbastanza rilevante. Il cambiamento è difficile e doloroso, ma anche lasciare un posto è arrivare da qualche altra parte, trovando nuove cose lungo la strada. Ok, ora sembro una frase ispiratrice 😉

- Al PFF abbiamo notato diversi film porno che hanno dato visibilità a identità e pratiche che di solito sono rappresentate in modo stereotipato. In che modo il porno può contribuire al cambiamento culturale?

Marilyin: Per me è molto importante dimostrare che non tutto il porno è uguale. Spesso le persone hanno in testa una certa immagine di ciò che è il porno e di come appare. La mia motivazione principale è giocare con queste norme e aspettative e smontarle. Creare nuove narrazioni visive e ispirare le persone.

Finn: Secondo me, il porno è politico perché agisce come uno specchio della società e dei suoi problemi di disuguaglianza e discriminazione. Se guardiamo più da vicino alle norme di genere e del corpo, il porno può contribuire a una certa immagine o può anche allontanarla.

Una persona che fa porno può influenzare il modo in cui le persone vedono la sessualità, il genere, i corpi e le relazioni. Potrebbero vedere il loro tipo di corpo rappresentato per la prima volta in un film e sentirsi incoraggiate da esso. I corpi visibilmente non-binari, transgender o genderfluid non sono ancora molto presenti sullo schermo, sia nel porno che in altri generi cinematografici. Ma la situazione sta decisamente cambiando e, da circa un decennio, sempre più persone hanno il coraggio di parteciparvi.

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