Ma cosa significa essere Sex Positive?
Con il termine sex positive si indica un approccio alla sessualità libero dagli stereotipi, non giudicante e non discriminatorio. L’idea che ne è alla base è che il sesso vissuto in modo consapevole sia un elemento che contribuisce al nostro benessere.
La necessità di questa definizione si fa spazio a partire dagli anni ’60 quando, all’interno di una messa in discussione più generale della società, si afferma una riscoperta della sessualità slegata dal fine riproduttivo. Con l’approccio sex positive il sesso smette di essere vissuto come un tabù, come qualcosa di “nascosto”, “sporco” o, peggio ancora, “peccaminoso”, per rivelarsi come un momento di liberazione e di celebrazione del nostro e dell’altrui desiderio.
Alla base di questa buona pratica vi è, come sempre, il consenso[1]. Ma questo non basta. Le radici della sexual positivity affondano nell’educazione alla sessualità e nel transfemminismo e pertanto essa non può prescindere da una base di accettazione di tutti i corpi, di tutti i generi e di tutti gli orientamenti. E quando diciamo tutti, intendiamo anche l’asessualità. Essere sex positive non significa di certo promuovere l’attività sessuale, fare più sesso o pensare di farlo meglio, ma sostenere una serie di buone pratiche che contribuiscono ad abbattere le discriminazioni e a costruire una cultura del piacere che sia inclusiva e libera. Eliminiamo quindi ogni stereotipo che abbia a che fare con l’età, la forma del corpo, l’abilismo, il colore della pelle, l’orientamento sessuale, l’identità di genere e tutti i modi in cui ci si aspetta che ogni persona debba desiderare ed essere desiderata. Punto di partenza è che ogni corpo abbia diritto a godere come più preferisce.
Da qui, un altro immancabile elemento: l’utilizzo di protezioni dalle IST (Infezioni Sessualmente Trasmissibili[2]). Che siano dental dam, preservativi, guanti o altro, prenderci cura del corpo della persona con cui godiamo (e del nostro), non è solamente far raggiungere un orgasmo, ma anche evitare la trasmissione di infezioni e di gravidanze non desiderate. La comunicazione è il linguaggio della sex positivity: confrontarsi e parlare apertamente su che tipo di protezione si preferisce utilizzare non può fare altro che migliorare e rendere più libero il rapporto, quale che esso sia.
Ma dobbiamo per forza avere rapporti per avere un approccio alla sessualità sex positive? Ma certo che no: ad esempio la scelta di una pornografia che sia etica e che rispetti i diritti delle e dei sex workers è assolutamente un altro tassello di questo meraviglioso modo di vivere la sessualità. Non ci stanchiamo di ripeterlo: essere sex positive non ha a che fare solamente con l’atto sessuale in sé, ma è un modo più profondo di intendere la sessualità a tutto tondo, in tutte le sue sfaccettature e in tutti i modi in cui questa si riflette nei nostri modi di essere.
Per questo, l’approccio sex positive non va pensato come un punto di arrivo: non ha di certo confini e non è sempre facile da mettere in pratica. Come tutto ciò che ha a che fare con la nostra intimità, si costruisce esplorando, dialogando e ascoltando, l’importante è non smettere mai di essere disposti a metterci in discussione.
[1] https://uniporn.tv/la-cultura-del-sesso-contro-il-revenge-porn/.
[2] https://www.epicentro.iss.it/ist/.