Anche il porno fa scuola

16 Ottobre 2020

Per gran parte delle persone, la preadolescenza corrisponde alla scoperta di sensazioni, emozioni e  curiosità che incendiano i fianchi e scatenano turbamenti. Si inizia a osservare e a sentire il corpo trasformarsi e cambiano anche i suoi desideri che, a volte, sembrano fuori controllo. Incontrollabili erezioni mattutine, perdite di liquidi appiccicosi, battiti accelerati, brufoli che continuano a spuntare, tette e cazzi che sembrano non crescere mai abbastanza e un’altalena di sensazioni – rabbia, solitudine, eccitazione – che rendono l’adolescenza un momento irripetibile.

Gran parte di questi cambiamenti – legati agli scombussolamenti ormonali e tutte le modificazioni che riguardano le relazioni e l’esistenza tutta – hanno a che fare con la scoperta della sessualità. Chi prima chi dopo, più o meno serenamente, ci si incuriosisce delle cose del sesso e, spesso, è proprio il corpo che lo chiede: ad esempio, la scoperta delle sensazioni piacevoli che può dare la masturbazione fa parte del percorso di conoscenza del proprio e dell’altrui piacere.

I pregiudizi di genere sono duri a morire purtroppo: sono molte le ragazze che fanno fatica a parlare serenamente di questi argomenti mentre il godimento maschile è ancora oggi più legittimato a raccontarsi sulla scena pubblica. Certo, a patto che non svii dalla solita eteronormatività.

Chi lavora con gli adolescenti sa bene che i ragazzi più frequentemente parlano delle loro seghe e sono più preoccupati dal perdere la vista che dall’essere giudicati male in quanto dediti alla masturbazione, mentre le ragazze ci tengono spesso a ribadire, invece, “che schifo, io queste cose non le faccio!”.

In questo periodo così confuso e complesso – la (pre) adolescenza – è il porno molte volte a rispondere alle curiosità e alla spinta erotica da cui sono travolte le soggettività. Un po’ per scoprire immaginari e pratiche, un po’ per capire “come si fa sesso”, sono in tant* ad accedere a contenuti sessualmente espliciti, a volte senza nemmeno essere andati a cercarli. Meme, GIF, Pop-up, brevi video ricevuti in chat, immagini ammiccanti o hardcore vanno a eccitare i desideri delle persone più giovani, a volte però possono anche anche turbarle. Se da un lato infatti la pornografia può rispondere alle legittime domande di adolescenti cui non viene fornita un’adeguata educazione alla sessualità, dall’altro rischia – soprattutto quella più mainstream dei grandi portali – di restituire una visione del sesso e delle relazioni potenzialmente distorta. Sono frequenti, infatti, modelli di genere piuttosto sessisti e misogini, per non parlare della scarsa attenzione ai modi con cui articolare il consenso e/o fare scelte sicure da un punto di vista sanitario.

La fruizione di materiale porno di vario genere, quindi, è un dato di fatto che faccia parte dell’esperienza erotica anche dei/delle più giovani, ma ha bisogno di essere accompagnata da una discussione aperta, inclusiva e lucida per quanto concerne rischi e benefici di un accesso così facile anche a materiale di dubbia qualità.

Si tratta di prendersi – come comunità educante – la responsabilità di mettere al centro dell’attenzione i bisogni e i desideri di giovani e adulti attraverso un’educazione alla sessualità che tematizzi anche la fruizione di porno più o meno etico, più o meno inclusivo o “empowering”.

L’atteggiamento allarmista o quello censurante, infatti, rischiano entrambi di abbandonare le persone più giovani (e non solo) a una scoperta sgangherata e fuorviante del proprio e dell’altrui piacere.

Scoprire cosa voglia dire “fare sesso” e soprattutto godere di come le traiettorie della sessualità possano essere inaspettate, personali e divertenti dovrebbe essere una scoperta che riguarda tutt* e un percorso che si articola lungo tutto l’arco della vita.

Se poi ciò avviene anche in maniera etica, condivisa, inclusiva può essere davvero una rivoluzione.

Riepilogo